martedì 28 luglio 2015

Volontariato in Italia: dove siamo rispetto al resto d’Europa?

Nel 2014 Istat ha pubblicato i dati del 2013 relativi al lavoro volontario (ossia non retribuito) in  Italia. È stata, a detta della stessa Istat, la “prima rilevazione sul lavoro volontario armonizzata agli standard internazionali”, che utilizzi cioè, ad esempio, un'accezione ampia di “volontariato”, che includa ogni attività gratuita e volontaria a beneficio degli altri e non solo le sue forme istituzionali.
Dal momento che i precedenti dati, risalenti al 2006, si riferiscono solo al mondo del volontariato organizzato (over 15), solo su questo punto si può istituire un vero confronto. Le rilevazioni 2013 implicano in questo ambito una significativa crescita di volontari, passati da essere il 2,23% della popolazione (dati 2006)  ad arrivare al 12,6%.




Come ci posizioniamo allora rispetto secondo i parametri della Commissione Europea? Male, visto che con il nostro tasso di volontariato del 12,6%, cadiamo nella penultima categoria, quella del livello di volontariato relativamente basso, che include gli stati il cui suddetto tasso è tra 10% - 19%.

Riguardo ai dati del 2013, è importante anche rilevare come la fascia di età meno attiva sotto il profilo del volontariato (organizzato e non) siano i più giovani, appartenenti alla fascia d’età 14-24 anni. Se infatti questi ammontano al 10% delle persone (con più di 14 anni) che hanno svolto attività gratuite a beneficio degli altri nelle quattro settimane precedenti l’intervista, le fasce di età 45-54 e 55-64  includono complessivamente il 31,5% della suddetta popolazione, circa il 16% ciascuna. La letteratura su questo tema è concorde nell'identificare corrispondenze positive tra livello di istruzione e tasso di partecipazione ad attività di volontariato, e anche tra quest'ultimo e il tasso di occupazione, rendendo dunque una ripresa economica benefica anche per il Terzo Settore. Tuttavia, la promozione non deve mai cessare; la strada anche solo per portarci sulla media europea è ancora lunga. Visti i risultati Istat riportati, sembrerebbe quella dei giovani la fascia più sensibile a potenziali interventi, vista la scarsa partecipazione. È qui con ogni probabilità che gli sforzi porteranno più frutti. Questa intuizione è confermata dal successo che sta ottenendo il laboratorio di volontariato studentesco, con il quale l’associazione Cuore e Parole Onlus porta gli adolescenti tra i 14 e i 18 anni nelle pediatrie degli ospedali.
Ecco la testimonianza di Daniele Q., che presta volontariato presso la divisione pediatrica dell’Ospedale G. Salvini di Garbagnate (MI).
L’attività è stata produttiva e ha arricchito sia i ragazzi ricoverati che i volontari. Davanti a bambini piccoli il volontario stesso riscopre un po’ la sua infanzia, mentre il rapporto con gli adolescenti è più difficile, ma comunque possibile una volta superato il muro di imbarazzo iniziale.

Eva si sbilancia ulteriormente e racconta:
Il volontariato è un’esperienza che ti cambia. Ho avuto l’opportunità di fare volontariato in diversi campi ma devo dire che quello con l’associazione ‘Cuore e Parole’ è stato particolarmente significativo. Passare un pomeriggio con dei bambini ricoverati in ospedale può sembrare una perdita di tempo, che cambia se ci vado oppure no? Inizialmente si può pensare che questa esperienza non ti servirà a nulla, ma fidatevi, non solo avrete l’opportunità di far divertire un bambino malato, ma scoprirete che vederlo sorridere vi riempirà di gioia. Non solo farete sentire meglio lui ma starete meglio anche voi.
Consiglio a tutti coloro che hanno anche solo un giorno libero alla settimana di provare a far volontariato. Non ve ne pentirete.

In Italia, sommando alle entrate delle istituzioni no profit il valore del lavoro degli oltre 4 milioni di volontari, si raggiunge una cifra pari a circa il 4% del PIL. Una fetta importante dell’economia italiana, dunque, che può crescere ancora molto, sempre a beneficio della società.
A noi di Cuore e Parole tanto sta a cuore la partecipazione dei giovanissimi alle nostre attività, che quest'anno abbiamo deciso di parlarne anche nel bilancio sociale.


Fabio I. Martinenghi

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