Nel 2014 Istat
ha pubblicato i dati del 2013 relativi al lavoro volontario (ossia non
retribuito) in Italia. È stata, a detta
della stessa Istat, la “prima rilevazione sul lavoro volontario armonizzata
agli standard internazionali”, che utilizzi cioè, ad esempio, un'accezione
ampia di “volontariato”, che includa ogni attività gratuita e volontaria a
beneficio degli altri e non solo le sue forme istituzionali.
Dal momento che i
precedenti dati, risalenti al 2006, si riferiscono solo al mondo del
volontariato organizzato (over 15), solo su questo punto si può istituire un
vero confronto. Le rilevazioni 2013 implicano in questo ambito una
significativa crescita di volontari, passati da essere il 2,23% della
popolazione (dati 2006) ad arrivare al
12,6%.
Come ci posizioniamo allora
rispetto secondo i parametri della Commissione Europea? Male, visto che con il
nostro tasso di volontariato del 12,6%, cadiamo nella penultima categoria,
quella del livello di volontariato relativamente
basso, che include gli stati il cui suddetto tasso è tra 10% - 19%.
Riguardo ai dati
del 2013, è importante anche rilevare come la fascia di età meno attiva sotto
il profilo del volontariato (organizzato e non) siano i più giovani,
appartenenti alla fascia d’età 14-24 anni. Se infatti questi ammontano al 10%
delle persone (con più di 14 anni) che hanno svolto attività gratuite a
beneficio degli altri nelle quattro settimane precedenti l’intervista, le fasce
di età 45-54 e 55-64 includono
complessivamente il 31,5% della suddetta popolazione, circa il 16% ciascuna. La
letteratura su questo tema è concorde nell'identificare corrispondenze positive
tra livello di istruzione e tasso di partecipazione ad attività di
volontariato, e anche tra quest'ultimo e il tasso di occupazione, rendendo
dunque una ripresa economica benefica anche per il Terzo Settore. Tuttavia, la
promozione non deve mai cessare; la strada anche solo per portarci sulla media
europea è ancora lunga. Visti i risultati Istat riportati, sembrerebbe quella
dei giovani la fascia più sensibile a potenziali interventi, vista la scarsa
partecipazione. È qui con ogni probabilità che gli sforzi porteranno più
frutti. Questa intuizione è confermata dal successo che sta ottenendo il
laboratorio di volontariato studentesco, con il quale l’associazione Cuore e
Parole Onlus porta gli adolescenti tra i 14 e i 18 anni nelle pediatrie degli
ospedali.
Ecco la
testimonianza di Daniele Q., che presta volontariato presso la divisione
pediatrica dell’Ospedale G. Salvini di Garbagnate (MI).
L’attività è stata produttiva e ha arricchito sia i ragazzi
ricoverati che i volontari. Davanti a bambini piccoli il volontario stesso
riscopre un po’ la sua infanzia, mentre il rapporto con gli adolescenti è più
difficile, ma comunque possibile una volta superato il muro di imbarazzo
iniziale.
Eva si sbilancia
ulteriormente e racconta:
Il volontariato è un’esperienza che ti cambia. Ho avuto l’opportunità
di fare volontariato in diversi campi ma devo dire che quello con
l’associazione ‘Cuore e Parole’ è stato particolarmente significativo. Passare
un pomeriggio con dei bambini ricoverati in ospedale può sembrare una perdita
di tempo, che cambia se ci vado oppure no? Inizialmente si può pensare che
questa esperienza non ti servirà a nulla, ma fidatevi, non solo avrete
l’opportunità di far divertire un bambino malato, ma scoprirete che vederlo
sorridere vi riempirà di gioia. Non solo farete sentire meglio lui ma starete
meglio anche voi.
Consiglio a tutti coloro che hanno anche solo un giorno
libero alla settimana di provare a far volontariato. Non ve ne pentirete.
In Italia,
sommando alle entrate delle istituzioni no profit il valore del lavoro degli
oltre 4 milioni di volontari, si raggiunge una cifra pari a circa il 4% del PIL.
Una fetta importante dell’economia italiana, dunque, che può crescere ancora
molto, sempre a beneficio della società.
A noi di Cuore e
Parole tanto sta a cuore la partecipazione dei giovanissimi alle nostre
attività, che quest'anno abbiamo deciso di parlarne anche nel bilancio sociale.
Fabio I. Martinenghi
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