lunedì 19 settembre 2016

Milano NoSlot parla ai cittadini

I progetti targati "Milano NoSlot", promossi dal Comune di Milano per la prevenzione ed il contrasto dell'azzardo patologico anche tra i minori, si raccontano in un incontro rivolto alla cittadinanza nella mattinata (ore 9 - 13) di venerdì 23 settembre 2016 in Sala Alessi di Palazzo Marino.


lunedì 16 novembre 2015

#IoNonStoaGuardare: diamo voce ai ragazzi per la Giornata Mondiale per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza


Venerdì 20 novembre 2015, ore 17 - 19
 aula B - Palazzina 13 - via Strozzi 9
#IoNonStoaGuardare

“#IoNonStoaGuardare” è il titolo dell’incontro-dibattito, organizzato in occasione della Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dall’Ufficio Scolastico per la Lombardia - a.t. Milano, insieme all’associazione Cuore e Parole Onlus, alle consulte studentesche e al Forum Associazioni Genitori della Scuola, con la partecipazione di ASL - Dipartimento Dipendenze, dei principali esponenti del mondo della pediatria del milanese (Fatebenefratelli, Niguarda, Guido Salvini e Sacco) e del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Fatebenefratelli, e con la testimonianza dei giovani volontari e di alcune onlus milanesi e degli psicologi dell’associazione EMDR specializzata nella gestione dei traumi.


Obiettivo dell’incontro, che si terrà venerdì 20 novembre dalle ore 17 alle ore 19 presso l’aula B della palazzina 13 di Via Strozzi 9 angolo via Soderini (MM1 fermata Gambara), è quello di dare voce ai ragazzi, affinché possano attivare un dibattito costruttivo con chi si occupa della loro formazione e della loro salute, trattando in particolar modo il tema del ruolo del volontariato nella prevenzione del disagio giovanile. Esperienze e buone pratiche, ma anche bisogni ed idee per promuovere la cittadinanza attiva fra i giovani, non solo come momento di solidarietà a beneficio dei più svantaggiati, ma anche come opportunità formativa e di prevenzione in risposta alle emergenze del disagio giovanile.

L’iniziativa vuole essere anche un momento di aggiornamento esteso a docenti, dirigenti scolastici ed educatori in ospedale, nonché agli amici delle numerose Pediatrie all’interno delle quali Cuore e Parole Onlus organizza da cinque anni i programmi di volontariato studentesco, che hanno all’attivo la partecipazione di oltre 400 giovani di 9 istituti scolastici di secondo grado.

Informazioni e prenotazioni: 

lunedì 9 novembre 2015

GenerazioniConnesse.it: tre bandi creativi per le scuole

Dalla pagina di Generazioni Connesse.

C’è tempo fino al 30 novembre 2015 per iscriversi ai 3 bandi “SCELGO IO!®”,  la selezione che premierà la creatività degli studenti.
L’invito a partecipare è rivolto a scuole primarie, secondarie di primo e di secondo grado di tutta Italia: ai docenti iscritti al bando saranno forniti appositi materiali per aiutare studenti e alunni nel creare opere narrative, musicali, multimediali, grafiche e video, ma anche arringhe, sketch teatrali o cartoons. La partecipazione può essere singola o di gruppo, con una sola opera creativa, purché i prodotti siano ispirati alle tematiche della campagna di comunicazione “Super Errori e Regole del Super Navigante”.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto “Generazioni Connesse”, il Safer Internet Centre (SIC) italiano, co-finanziato dalla Commissione europea e coordinato dal MIUR in partenariato con Polizia di Stato, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Save the Children Italia, S.O.S. Il Telefono Azzurro, Cooperativa E.D.I., Movimento Difesa del Cittadino e Skuola.net.
I bandi sono quindi finalizzati alla promozione di un corretto uso della Rete e alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del cyber-bullismo, adescamenti on line e dipendenze web-mediate, attraverso laboratori creativi per il rafforzamento dell’espressività e la valorizzazione dei talenti artistici degli studenti. Le tematiche sono differenziate per i 3 bandi, in quanto destinati rispettivamente a fasce d’età diverse, toccando i temi della sicurezza informatica,  della cultura della solidarietà, della coesione sociale, della web reputation, della valorizzazione delle differenze attraverso l’uso virtuoso della rete e l’educazione fra pari.
Le scolaresche vincitrici saranno protagoniste degli eventi che a partire da febbraio 2016 saranno organizzati in almeno 4 regioni italiane e che coinvolgeranno le comunità scolastiche locali.

martedì 15 settembre 2015

Scontro sulla riforma "Buona Scuola"


Le scuole hanno ormai riaperto le porte in alcune città d'Italia e, come si temeva, lo scontro sulla riforma “Buona Scuola” è già iniziato. Se da una parte è troppo presto per verificare quanto le preoccupazioni relative all'autonomia dei presidi e al ruolo del misterioso organico di potenziamento siano fondate, dall'altra è cominciata la contestazione sul processo di assunzione.
Il luogo della disputa è l'effetto esodo che l'ondata di assunzioni ha suscitato. Ciascun professore ha indicato per via telematica 100 preferenze relative alle città di impiego, in ordine gerarchico e ha successivamente ricevuto – in caso di successo – una proposta di assunzione in una determinata città tra quelle elencate, con un periodo di 10 giorni in cui valutare se accettare l'offerta di lavoro con contratto a tempo indeterminato oppure no. In caso di rifiuto dell'offerta si viene depennati da ogni graduatoria. Su 38000 aventi ricevuto la proposta di lavoro, 7000 (18% circa) accettando sarebbero costretti a trasferirsi lontano da casa. Intuitivamente, non appare strano che una parte degli assunti si debba trasferire, dal momento che domanda e offerte, a livello locale, non sono identiche. Al contrario, come ha ricordato il Ministro Giannini, al Nord c'è più domanda che al Sud, e spesso chi ha le competenze richieste viene proprio dal Meridione; da qui l'inevitabile esodo.
Tuttavia, appena si leggono le singole storie di chi si è ritrovato davanti a un assurdo ultimatum dopo anni di precariato, ci si rende conto che qualcosa non ha funzionato. Cosa abbia o non abbia funzionato, non può che rimanere solo un sospetto, non avendo il Miur reso pubblico l'algoritmo che avrebbe stabilito chi assumere e dove. In una recente intervista, un dirigente del Miur ha spiegato al Corriere della Sera: «Il sistema ha assegnato i posti disponibili secondo i criteri indicati dalla legge 107: ordine di preferenza espresso dai docenti, sia rispetto alle abilitazioni possedute (sostegno o materie cosiddette comuni), sia rispetto alle graduatorie in cui è presente (concorso o GAE)». Ciò che sicuramente non è stata considerata è l'età dei docenti: emergono infatti dalle interviste condotte dalle principali testate nazionali tante storie di insegnanti che sono ormai operativi da decenni – sebbene come precari – in una determinata area e si ritrovano, pur essendoci localmente domanda delle loro competenze, come il loro impiego dimostra, ad essere catapultati dall'altra parte d'Italia, a 40 o 50 anni e con figli a carico. Non si parla poi di una professione tra le meglio retribuite, per cui spesso è impensabile trasferirsi e pagarsi un altro affitto più le spese per tornare a casa ogni fine settimana. Insomma, il problema esiste ed è stato legittimamente sollevato.

Intanto rimane la preoccupazione su quale effetto questi scontri e ricorsi avranno sulla famosa continuità educativa, un punto che dovrebbe rimanere al centro delle preoccupazioni di tutte le parti coinvolte.

martedì 28 luglio 2015

Volontariato in Italia: dove siamo rispetto al resto d’Europa?

Nel 2014 Istat ha pubblicato i dati del 2013 relativi al lavoro volontario (ossia non retribuito) in  Italia. È stata, a detta della stessa Istat, la “prima rilevazione sul lavoro volontario armonizzata agli standard internazionali”, che utilizzi cioè, ad esempio, un'accezione ampia di “volontariato”, che includa ogni attività gratuita e volontaria a beneficio degli altri e non solo le sue forme istituzionali.
Dal momento che i precedenti dati, risalenti al 2006, si riferiscono solo al mondo del volontariato organizzato (over 15), solo su questo punto si può istituire un vero confronto. Le rilevazioni 2013 implicano in questo ambito una significativa crescita di volontari, passati da essere il 2,23% della popolazione (dati 2006)  ad arrivare al 12,6%.




Come ci posizioniamo allora rispetto secondo i parametri della Commissione Europea? Male, visto che con il nostro tasso di volontariato del 12,6%, cadiamo nella penultima categoria, quella del livello di volontariato relativamente basso, che include gli stati il cui suddetto tasso è tra 10% - 19%.

Riguardo ai dati del 2013, è importante anche rilevare come la fascia di età meno attiva sotto il profilo del volontariato (organizzato e non) siano i più giovani, appartenenti alla fascia d’età 14-24 anni. Se infatti questi ammontano al 10% delle persone (con più di 14 anni) che hanno svolto attività gratuite a beneficio degli altri nelle quattro settimane precedenti l’intervista, le fasce di età 45-54 e 55-64  includono complessivamente il 31,5% della suddetta popolazione, circa il 16% ciascuna. La letteratura su questo tema è concorde nell'identificare corrispondenze positive tra livello di istruzione e tasso di partecipazione ad attività di volontariato, e anche tra quest'ultimo e il tasso di occupazione, rendendo dunque una ripresa economica benefica anche per il Terzo Settore. Tuttavia, la promozione non deve mai cessare; la strada anche solo per portarci sulla media europea è ancora lunga. Visti i risultati Istat riportati, sembrerebbe quella dei giovani la fascia più sensibile a potenziali interventi, vista la scarsa partecipazione. È qui con ogni probabilità che gli sforzi porteranno più frutti. Questa intuizione è confermata dal successo che sta ottenendo il laboratorio di volontariato studentesco, con il quale l’associazione Cuore e Parole Onlus porta gli adolescenti tra i 14 e i 18 anni nelle pediatrie degli ospedali.
Ecco la testimonianza di Daniele Q., che presta volontariato presso la divisione pediatrica dell’Ospedale G. Salvini di Garbagnate (MI).
L’attività è stata produttiva e ha arricchito sia i ragazzi ricoverati che i volontari. Davanti a bambini piccoli il volontario stesso riscopre un po’ la sua infanzia, mentre il rapporto con gli adolescenti è più difficile, ma comunque possibile una volta superato il muro di imbarazzo iniziale.

Eva si sbilancia ulteriormente e racconta:
Il volontariato è un’esperienza che ti cambia. Ho avuto l’opportunità di fare volontariato in diversi campi ma devo dire che quello con l’associazione ‘Cuore e Parole’ è stato particolarmente significativo. Passare un pomeriggio con dei bambini ricoverati in ospedale può sembrare una perdita di tempo, che cambia se ci vado oppure no? Inizialmente si può pensare che questa esperienza non ti servirà a nulla, ma fidatevi, non solo avrete l’opportunità di far divertire un bambino malato, ma scoprirete che vederlo sorridere vi riempirà di gioia. Non solo farete sentire meglio lui ma starete meglio anche voi.
Consiglio a tutti coloro che hanno anche solo un giorno libero alla settimana di provare a far volontariato. Non ve ne pentirete.

In Italia, sommando alle entrate delle istituzioni no profit il valore del lavoro degli oltre 4 milioni di volontari, si raggiunge una cifra pari a circa il 4% del PIL. Una fetta importante dell’economia italiana, dunque, che può crescere ancora molto, sempre a beneficio della società.
A noi di Cuore e Parole tanto sta a cuore la partecipazione dei giovanissimi alle nostre attività, che quest'anno abbiamo deciso di parlarne anche nel bilancio sociale.


Fabio I. Martinenghi

martedì 14 luglio 2015

Buonascuola, parola ad un'insegnante

Per avere un'immagine più completa della riforma scolastica "Buona Scuola", abbiamo intervistato anche una docente, che ha preferito rimanere anonima.

Quali sono, secondo lei, i pro e i contro di questa riforma?
Sicuramente un forte "pro" è l'investimento nell'infrastruttura scolastica; ne ha più che mai bisogno. Anche le assunzioni meritocratiche dei docenti, almeno in teoria, sono positive.
D'altra parte, in pratica, sono preoccupata che, vista la realtà italiana attuale, i presidi non verranno a sufficienza controllati, lasciando campo alle assunzioni nepotiste e clientelari. Se così fosse, anche il fatto che un docente venga riconfermato o licenziato ogni tre anni diventerebbe un aspetto problematico, poiché questo rischierebbe di essere sostituito ciclicamente dall'ultimo arrivato amico del preside. Anche indipendentemente da questa ipotesi realista o pessimista (a seconda dei punti di vista), lascia perplessi la possibilità di essere degradati dal ruolo di insegnante a quello di "organico potenziato". Prima di spiegarmi meglio, è necessario aprire una parentesi. Siamo stati inizialmente tutti contenti nell'apprendere che 100.000 insegnanti precari sarebbero stati assunti, in seguito a una condanna della Commissione Europea su questo punto. Siamo stati meno contenti quando ci è stato comunicato che l'ufficio scolastico (di Milano, nel mio caso) avrebbe "chiamato" gli insegnanti a presentarsi nel mese di Luglio. La scontentezza deriva dalle modalità della "chiamata": non è stata specificata come tale comunicazione avverrà (chiamata telefonica, email, lettera,...) e l'unica ferrea certezza risiede in un foglio con su una lista di nomi, appeso fuori dal suddetto Ufficio e aggiornato in date indefinite. In pratica, i professori vanno in vacanza (o magari nemmeno abitano a Milano) e non hanno occasione di controllare la lista, cosicché se vengono chiamati, non sapendolo, vengono depennati. In tal modo, essendo i precari 140.000 circa, si cerca di "chiamarli" tutti, ma depennandone 40.000, invece che non "chiamarli" proprio.  Vista la confusione, non mi stupirei se questa servisse ad assicurare l'assunzione di certi precari favoriti, i quali riceverebbero una precisa comunicazione, al contrario degli altri.
Tornando allo "organico potenziato", questo consiste di quell'insieme di professori assunti ma a cui non sono state affidate classi e che avranno il compito di organizzare e gestire dei non meglio precisati progetti con cui convolgere gli studenti. Il problema è che mentre questo ruolo potrebbe far parte di una gavetta con l'obiettivo di essere assunto e arrivare a esercitare la professione di insegnante (quello ci interessa), essendo possibile essere degradati allo scadere del terzo anno, diventa invece per un docente (che si rimette al giudizio del preside) l'ennesima fonte di ansia.

Ritiene possibile giudicare la "Buona Scuola" a livello teorico, oppure non ne sapremo abbastanza finché non la vedremo attuata?
A mio giudizio dobbiamo aspettare, perché sebbene questa riforma sia molto valida sulla carta, sono molto scettica sulla sua attuazione pratica, conoscendo la realtà italiana.

Cosa ne pensa dell'introduzione del finanziamento da parte di privati?
Mi preoccupa la possibilità che le scuole si polarizzino tra quelle "in" e quelle di periferia.

Ha altri punti da sollevare?
Solo uno, cioè credo che sia lo Stato a dover  premiare le scuole virtuose, e non i presidi a premiare (con bonus monetari esposti al loro arbitrio) i docenti.

La ringraziamo per il suo tempo e le auguriamo buone vacanze.



Fabio I. Martinenghi